mercoledì 9 dicembre 2009

Raccontino numero tre.

Scendo il camino, prima questo e poi quello del vicino. Lo scendo e pretendo che non ci sia nessuno. La sorpresa, altrimenti, andrebbe a farsi benedire. Stringe il condotto, s’impiglia il cappotto e la barba scurisce, diventa a strisce. Che orrida previsione che sembro in prigione! Ma è mezzanotte, non posso tardare, non posso cincischiare e rovinarmi la festa in questa notte speciale. Il fuoco l’han spento, e meno male, c’è sempre il rischio di doversi scottare o peggio bruciare. Però i bambini che mi stanno a guardare, beh, questo di certo non me lo potevo aspettare. Mi saltano addosso, mi mordono l’osso, mi sento mancare per via del latte e biscotti che devo ingurgitare. Ma no piccole pesti, cos’avete capito! Andate via, tu mollami il dito. Non sono quel tale che arriva a Natale, né peggio né meglio, basta gridare! E mamma e papà, no, non lasciateli entrare! E dire che avevo già l’acquolina in bocca, avevo bell’e pronta la filastrocca: evviva il Natale, evviva me che scendo e tra poco sarò come un re. Invece mi tocca un’altra bicocca, che la chiamano cella, che non è proprio bella come la slitta e soprattutto e purtroppo non vola da sola.

renzo brollo

Nessun commento:

Posta un commento