venerdì 19 marzo 2010

Perchè ancora favole

Se leggere è un po' volare, trascinati dalla parola scritta in mondi verosimili ma spesso dissimili dal nostro, percependone perfino i fruscii; se è riempire tutti i vuoti appositamente lasciati per permetterci di fare un po' anche nostro quello spazio, quel tempo; se leggere è reinventarsi, a partire dal DOVE, se è empatizzare con quelle che non percepiamo come entità di sola carta; se leggere è un'esperienza totalizzante che genera un appagamento ricco e mai autoreferenziale, perchè privare i più piccoli di una tale occasione?
Le favole sono le loro ali per volare, leggeri veicoli per arricchire di delicato mistero le loro giornate; per desiderare un universo parallelo da cui imparare, mutuare, trasportare eventi, persone, curiosità, da inserire anche nelle loro realtà, lasciando sospesa la possibilità di un nuovo viaggio, con una favola nuova; sono della stessa materia dei loro prossimi sogni, eterea eppure piena di energia vitale.
Non posso pensare a un'epoca senza favole.
Figlie dell'allegria, della scoperta, della tristezza o della transizione, sono sempre un aspetto dei tempi: fanno il punto della situazione, ricreando per i più piccoli modelli da seguire, eroi in cui riconoscersi, situazioni da evitare, mentre si dilettano a far parlare animali e oggetti.
Sono il modo attraverso cui guidiamo i loro passi, fornendo esempi da seguire, la cui comprensione, così mediata, raggiunge la meta senza ostacoli.
Ecco perchè ancora favole.

lunedì 15 marzo 2010

Agata si presenta

Sabato 13 marzo, davanti ad una platea interessata di circa cinquanta persone, Nicoletta Parigini ha presentato il suo bel romanzo.
C'ero anche io, emozionata quasi quanto lei, tuttavia immune da quel sentimento di leggero imbarazzo che prende un artista quando gioca in casa: non sono permesse defezioni, errori, e neppure sviste, perché il paese parlerà, il più delle volte sottolineando le sbavature più delle piacevolezze.
Introdotta dal giornalista Flavio Ineschi, la nostra eroina ha spiegato premesse e ragioni di ambientazione e personaggi.
La Sabbiafine di Agata offre uno spaccato della provincia italiana in cui è facile riconoscersi, così come i personaggi, finemente delineati, a volte come camei- è il caso di Lidia e di Agata – danno più di uno spunto per riflettere.
Le dinamiche del gruppo dei teenager non sono diverse da quelle a cui assistiamo quotidianamente, e non mancano le caratterizzazioni delle tipicità, che piuttosto che generalizzare aiutano invece a focalizzare l’attenzione sulle qualità positive, e suggeriscono al lettore di prendere le distanze dagli atteggiamenti negativi che pure sono chiaramente palesati nei vari episodi.
Nicoletta ha esposto tutto questo con molta chiarezza e semplicità, raccontando anche della sua passione di lettrice che la vede da tempo collaboratrice attiva del sito Il Rifugio degli Esordienti.
E’ lì che l’ho conosciuta ed apprezzata anche io, che ho la fortuna di fare dello ‘scouting’ molto, molto in sordina, fra gli autori esordienti che si cimentano con la letteratura per ragazzi.
Credo nelle espressioni artistiche in genere, e più in particolare che ci sia sempre bisogno di nuove voci che si esprimano in letteratura, purché, è ovvio, ne abbiano i requisiti.
Quello dell’editoria è un mondo difficile, spesso poco chiaro, più spesso ancora governato da criteri che risultano nella migliore delle ipotesi non condivisibili, specialmente dagli idealisti come me.
Le leggi di mercato fanno sempre la parte del leone, e così le grandi case editrici sapranno sempre dirigere il trend, la tendenza che permetterà di far acquistare le decine, centinaia di volumi messi in bella mostra nei corner delle librerie.
E’ un peccato, ma tanta consapevole amarezza non basta a cambiare le cose.
L’impegno che io personalmente destino a questo progetto, che è la promozione di autori più o meno giovani nella collana che curo, è fatto di molte cose, la prima delle quali è una fiducia ‘rosa’, non già o non soltanto nelle capacità di ciascuno di loro, quanto in quelle di discernimento del pubblico che, una volta tanto, non verrà spinto alla lettura da roboanti e discutibili pubblicità quanto dalla curiosità ben riposta di potere e sapere finalmente giudicare di prima mano.

lunedì 1 marzo 2010

Le riserve sull'artista, ovvero Nemo profeta in patria

L'idea, già citata nel post di Giulia Baroni sul blog L'esercito di Gaia, che tutto riesca più facilmente fuori dai confini italiani mi ha portata a riflettere.
Vivo in una piccola cittadina del nordest uguale a molte altre, anonima quanto basta per non trovare una valida ragione per venirci, tranne forse il modo per incontrare amici fatti altrove ma residenti qui.
Ma aldilà della cittadina in sè, le sue strade prive di marciapiedi che permetterebbero passeggiate autonome e piacevoli anche ai bambini, la limitatezza (nel numero) di eventi culturali di ampio respiro, e la costruzione forsennata di centri commerciali che uccidono il mercato dei negozi a conduzione familiare, una natura ancora ospitale e godibile, priva delle sovrastrutture che la renderebbero luogo chiuso piuttosto che spazio aperto, ha fatto da sfondo all'animo di molti artisti nel passato, e sollecita predisposizioni creative anche attuali.
Vallate antiche, memori di epoche prevalentemente contadine, boschi rigogliosi e vivi, ricchi di vegetazione e del passaggio di piccoli e grandi animali, e il reticolo dei campi che cambiano colore ad ogni stagione, hanno fornito la materia prima a piene mani, e molti se ne sono serviti.
Io sono una di quelli, e sebbene trovi giusta e doverosa la valutazione delle reali abilità di un artista, trovo altresì sconsiderata l'indifferenza nei confronti delle porduzioni artistiche locali, specialmente da parte di chi, per il ruolo istituzionale che ricopre, potrebbe fare la differenza nel gioco della fama.
Sostenere, promuovere e produrre chi si conosce 'dal vivo' in un contesto piccolo e territoriale, oltre che sollevare la sorte di benemeriti sconosciuti, impacciati e del tutto impreparati all'autopromozione, ne motiverebbe le speranze, ne sosterrebbe gli ideali.
E se 'Nemo profeta in patria' è un luogo comune che fa parte del bagaglio di riserve espresse dall'artista esordiente, non si dovrebbe mai dimenticare che il temperamento artistico, la predisposizione creativa, l'attitudine alla produzione autonoma, sono valori aggiunti di ogni civiltà, e il non riconoscerlo aspetti di un atteggiamento trascurante, a volte perfino ottuso.