giovedì 24 dicembre 2009

Buon Natale dal Sottobosco

Ci siamo. La deadline è stata fissata per le quattro di questo pomeriggio, ma a quanto pare i visitatori si sono persi nella neve e nella pioggia che è seguita.
Non abbiamo avuto che pochi commenti, e nessuno a sostegno di uno o l'altro dei racconti. Spero che i visitatori li vorranno sottoporre al giudizio cerosino dei più piccoli, magari il giorno di Natale, davanti al camino scoppiettante.
Ho sempre pensato al Natale così, nel relax dell'atmosfera scanzonata della festa da trascorrere con gli affetti più cari.
Anche Sofia Coccinella, Lucciola Lucilla, Linda Formica, Giò e Scipione e tutti i loro piccoli amici del Sottobosco saranno insieme domani, nella nuova stanza creata ad hoc con il calzettone rosso di Rudolph volato giù dalla slitta.
Da loro e da me, un caldo augurio di serenità.
Silva

sabato 19 dicembre 2009

Raccontino numero cinque. Quinta e ultima puntata

Era Natale, un giorno radioso anche se i raggi del sole non potevano sciogliere la neve, nè soppiantare il freddo.
Voci minute ma argentine parlottavano, ridevano di cuore, mentre rumori di stoviglie e posate facevano da sottofondo alla radura del Sottobosco.
Sofia sporse la testa dalla finestrella del suo bagno, ancora assonnata, e la scena che le si spalancò davanti non era esattamente quello che si sarebbe aspettata.
Il popolo del Sottobosco si era assembrato all’entrata del suo budello rosso, dove Linda formica si stava dando da fare gridando ordini con ferma gentilezza alla folla che aspettava, mentre un profumo invitante si spandeva nell’aria pura del mattino perfetto.
Sofia corse fuori facendo i gradini a due a due, ed entrò in quello che nei suoi desideri avrebbe dovuto essere il Centro Sociale del suo villaggio.
Che meraviglia!
Si stropicciò gli occhi credendo di essere ancora in mezzo ad un bel sogno:
Lucilla era ai fornelli di una cucina maestosa, con lavello e scolapiatti, mentre Scipione e i bambini imbandivano una lunga tavola e avvicinavano le sedie.
Giò aveva messo dei cuscini sulle poltrone e sistemato i bellissimi divani gialli, mentre una piccola tv trasmetteva canzoni di Natale che tutti i presenti canticchiavano con allegria.
Il sogno di Sofia, il suo dono di Natale per i piccoli abitanti del Sottobosco si era avverato. Lacrime di felicità si mischiarono ai sorrisi che scambiava con gli amici, ai baci e agli abbracci beneauguranti.
Ma mentre la vera felicità ingrassava il buon vecchio vestito di rosso, lassù al Polo sua moglie sgridava aspramente l’elfo Mariolino: aveva disatteso la sua fiducia e spaiato uno dei completi di calzettoni natalizi delle sue renne.
Tuttavia, tutto quel vociare non gli rovinò il buonumore: chi non avrebbe scambiato un solo, puzzolente calzettone rosso con la serena allegria di un'intera comunità?
Si sedette alla scrivania e aggiornò i suoi libri contabili.
In cima alla lista dei più buoni aggiunse il nome di Sofia Coccinella con la penna d'oro, mentre tratteggiava vicino una lunga calza rossa.
Sorrise pensando al regalo che la aspettva il Natale venturo.
Poi chiuse il grosso libro e spense il lume.
Natalina non si era ancora calmata: era tutta colpa della stanchezza!
Si tolse il pesante completo rosso e infilò pigiama e papalina.
L'avrebbe aspettata a letto.

giovedì 17 dicembre 2009

Rcoontino numero cinque. Quarta puntata

Nel frattempo, Babbo Natale aveva ultimato il suo giro ai Tropici e si stava dirigendo nelle zone abitate solo da animali e insetti.
Sebbene i doni che arrivavano lì fossero solo il risultato di avanzi del suo prezioso carico, dovuti perlopiù a capricci dell’ultimo momento che comportavano una drastica diminuzione dei pacchi fra i bambini, l’elfo Mariolino era certo che agli abitanti di boschi e prati questo non importasse affatto.
Aveva assistito da lontano all’entusiasmo di una famiglia di lumache alla vista di un’automobilina con la carica a molla: “Mai più in ritardo!” avevano trillato tutti all’unisono.
Un sacchetto di mattoncini di plastica aveva permesso al millepiedi di costruirsi una splendida casetta, e di desiderare per il Natale successivo un avanzo di porta e finestre…
Quella notte, Elenuccia aveva pianto e urlato, facendo arrabbiare mamma e papà, e alla fine non aveva voluto chiedere loro scusa.
Babbo Natale non aveva potuto passarci sopra: avrebbe trattenuto i mobili della casa di bambole a cui la bimba sembrava tenere così tanto…

mercoledì 16 dicembre 2009

raccontino numero cinque. terza puntata

Prima di rientrare in casa con il suo carico, la graziosa coccinella aveva scorto una lunga striscia rossa.
“Che cosa sarà mai?” si era chiesta con una certa perplessità.
La curiosità l’aveva spinta verso la radura, ma quando si era avvicinata all’oggetto misterioso aveva sentito una puzza tremenda.
“Che odoraccio! Questa cosa rossa è decisamente maleodorante!”
(Come avrete capito, l’elfo Mariolino, si era fatto scappare uno dei calzettoni di Rudolph mentre attraversavano il vuoto d’aria!)
Sofia, come si può ben immaginare, non era pratica di renne, che non aveva mai visto, né di calzettoni, figurarsi di quella misura!, ma dentro di sé sapeva che quel coso rosso le sarebbe sicuramente servito a qualcosa.
Palpeggiò il materiale, ben attenta a mantenere il naso turato, ne saggiò la consistenza, l’elasticità, il comfort.
“Ci sono! Può sicuramente diventare un nido, uno di quelli speciali.”
Aveva in mente, la bella coccinella, un luogo d’incontro per tutti gli amici del Sottobosco, dove ridere e scherzare mangiando e bevendo in compagnia nelle grandi occasioni.
Con uno sforzo che credeva non le sarebbe riuscito, e sbuffando per la fatica, aveva issato un’estremità della calza al ramo di un albero, facendo in modo che la parte pendente potesse fungere da apertura.
“Ne parlerò con Lucilla”, si era detta, e stanca era rientrata in casa, aspettando il momento giusto per chiamare l’amica lucciola e i suoi bambini in aiuto.
La sera era scesa in un battibaleno, senza che nessuno si facesse vedere da quelle parti. Non era stata in grado di contattare nessuno: la nevicata aveva probabilmente compromesso tutte le linee di comunicazione.
Triste e sola, Sofia si era rassegnata a rimettersi a letto, non prima di aver dato un ultimo, tenero sguardo al lungo budello rosso che pendeva dal ramo…
Anche la notte passò, e la mattina di Natale le aveva riportato il sorriso. Avrebbe fatto un bel bagno e poi, via di corsa a fare gli auguri ai suoi amici, come di consueto, portando con sé una bella teglia di pasticcio di foglie come contributo al pranzo conviviale.
Pensò nuovamente alla necessità di un luogo in cui potersi tutti riunire nelle grandi occasioni: con i piccoli nati da Lucilla e Scipione lo spazio in casa di Giò si stava lentamente riducendo…

martedì 15 dicembre 2009

Raccontino numero cinque. Seconda puntata

Lassù al Nord, il vecchio vestito di rosso aveva stipato la sua slitta e attaccato le fide renne.
Come sempre, il giro sarebbe partito in direzione dei paesi più freddi, così da permettergli di mantenersi caldo nella bella giacca imbottita, dono della sua Natalina, per tutto il percorso.
Anche le renne erano ben coperte dato che gli zoccoli avevano, per una volta, avuto diritto ad un bel paio di calzettoni di lana, rigorosamente rossi.
“Attenti, ciurma: i panni sporchi vanno tutti ammucchiati nella cesta che ho sistemato in fondo alla slitta. In questo modo non andranno persi, e al ritorno si potrà mandare tutto in lavanderia!”, era stata l’ultima raccomandazione di Natalina, appena un attimo prima di partire.
Il freddo era intenso e Babbo Natale si era fatto ormai troppo vecchio per quello strapazzo, sicché si erano tenuti i paletot addosso a lungo, addirittura fin dopo aver svoltato per il Brasile.
Solo allora avevano cominciato a sentire caldo, e a lamentarsi.
L’elfo Mariolino aveva velocemente raccolto gli indumenti pesanti prima che il sudore delle renne facesse perdere loro la bussola, ma un improvviso vuoto li aveva fatti traballare e l’omino si era ritrovato d’un tratto disteso sulla slitta, pancia a terra.
Aveva raccolto nuovamente il suo carico di abiti e coperte, e con molta diligenza l’aveva depositato nella cesta in fondo alla slitta.

lunedì 14 dicembre 2009

Raccontino numero cinque

Raccontino numero cinque. a puntate
Sofia Coccinella, Lucciola Lucilla, Scipione e Giò sono alcuni dei personaggi di una delle favole contenute nella mia raccolta Racconti dal Sottobosco. Ho pensato di inserirli come protagonisti in uno dei miei raccontini di Natale.
La modalità "a puntate" potrebbe renderli perfetti per una lettura serale ai vostri bambini.

Prima puntata

Nel suo caldo lettino, Sofia Coccinella ascoltava il silenzio ovattato del giorno che si apriva.
Zampettando verso la finestra con le appendici gelate, vide un manto soffice e candido che aveva coperto ogni cosa.
Il Sottobosco era immobile, immerso nell’atmosfera magica e irreale della mancanza di suoni.
Colline bianche si rincorrevano davanti al suo nido come onde: laddove solo fino al giorno prima c’era un tumulo di terra, un piccolo cespuglio o soltanto un’aiuola, dune ininterrotte rifrangevano la debole luce del sole.
“Che sorpresa! La vigilia di Natale con la neve!”
Era rimasta lì alla finestra per un po’, a bearsi dello spettacolo, ma ben presto capì che avrebbe dovuto darsi da fare e riscaldare il suo piccolo nido.
Si lavò velocemente, e con addosso sciarpa, cuffia e guanti si diresse veloce verso la legnaia.
“ Dov’è finita?” si chiese un po’ spaventata, non vedendo intorno altro che neve bianca e abbagliante.
La legnaia era stata coperta interamente, e in tutto quel candore Sofia faceva fatica a raccapezzarsi.
Finalmente, con gli occhi che le lacrimavano pur di ritrovare un po’ di colore in tutto quel bianco, riconobbe la cinghia della gerla che caricava con la legna, e con le zampette intirizzite dentro i guanti pesanti si diede da fare per ripulire l’entrata della stanzina.
Il sole cominciava a salire nel cielo, e i suoi raggi si facevano un po’ più forti ogni ora. Sofia cominciò a scaldarsi a furia di lavorare, mentre anche la coperta di neve cominciava lentamente ad assottigliarsi.
Pubblicato da sg a 01.56

domenica 13 dicembre 2009

Dalla vetrina dell'OLD SHEEP SHOP

Silva Ganzitti: “Racconti dal sottobosco” Edizioni Tabula Fati – Chieti



Con questo bel volumetto della Ganzitti , illustrato con gustose immagini dalla stessa autrice con la collaborazione di una bimba di otto anni, Carolina Savonitto, si apre il primo titolo della collana “Fiabetica” di Tabula Fati (Solfanelli editore).
Il libro, ben curato nell’espressione grafica ed editoriale, si pone all’attenzione del lettore per la qualità dell’affabulazione che percorre, con un linguaggio chiaro e puntuale, un itinerario di fantasia lungo i sentieri rurali del Friuli collinare. Qui, tra radure e prati, si snodano nell’arco di un pomeriggio tre racconti i cui protagonisti sono animali e animaletti che ripropongono, come è consuetudine nelle favole, la scenografia della società umana. Intrighi, furti, passioni e immaginarie elucubrazioni sono alcuni tra gli ingredienti con cui l’autrice riesce a coinvolgere i piccoli lettori e, nel contempo, appassionare anche gli adulti.
Il testo si distingue da certa banale letteratura per l’infanzia che spesso viene riproposta da una facile editoria esclusivamente commerciale. È scritto bene, è curata la grafica, sono simpatiche le illustrazioni con una copertina attraente; tutti aspetti che qualificano il livello editoriale del racconto e ne raccomandano la lettura per una piacevole ed intelligente convivialità di tutta la famiglia.
Dai 9 anni in su.

(Commento di Pier Luigi Coda)

giovedì 10 dicembre 2009

Raccontino numero quattro.

Christmas Fireworks.
La scritta troneggiava sullo scaffale. Non ci avevo mai pensato. Avevo sempre associato i fuochi artificiali al capodanno, ma che facessero festa era indubbio. Perchè no? La partecipazione culinaria era esclusa, (non sapevo cuocere nemmeno un misero uovo al tegame), perchè non contribuire alla riuscita della festa con una coreografia spettacolare, certamente meno banale del solito panettone, ancorché senza canditi né uvetta?
Riempii dunque il mio cestino rosso di fontane e girandole, rigorosamente White, e mi diressi alle casse soddisfatto.
Una volta a casa mi resi conto che la mia predisposizione per le lingue era lacunosa: il coreano non lo capivo!
Un po’ con l’aiuto delle immagini, un po’ attraverso la ricerca in rete, riuscii a piazzarli ad una ragionevole distanza da casa, nella speranza che sarebbero partiti allo scoccare della mezzanotte e avrebbero illuminato a giorno il grande prato che separava la mia abitazione da quella di mio fratello.
“Allora, cosa ci hai portato quest’anno, zio Ugo?”, trillarono i miei tre nipotini quando mi videro entrare.
Per anni, e per la loro gioia, avevo fatto man bassa da Marks & Spensers riempiendoli degli articoli più sciocchi, ma conquistando, pacchetto dopo pacchetto, la loro eterna gratitudine natalizia. “Vi toccherà portare pazienza, ragazzi. Quest’anno il regalo si aprirà da solo!”
Al loro OHHH di sorpresa ed incontenibile curiosità fece eco il solito rimbrotto di mio fratello”Ugo, non crescerai mai!” e lo sguardo bieco di mia cognata, che aveva trovato un ennesimo motivo per biasimarmi.
Tuttavia, la serata filò liscia, addirittura quasi allegramente. Il cibo era perfetto, la presentazione squisita, il vino di ottima annata: un quadro perfettamente borghese.
L’ora X si avvicinava e cominciavo a sentire un po’ di prurito sulle piante dei piedi. Mi alzai e non potei fare a meno di controllare la situazione dalla finestrella che dava sul giardino.
Chiamai i bimbi a raccolta. Lo spettacolo stava per iniziare. “Ecco il vostro regalo!”
Il prato si illuminò a giorno mentre fuochi straordinari auguravano un natale sfolgorante. Non riuscii a trattenerli all’interno, e ben presto si precipitarono all’aperto, solo per vedere un lembo di pelliccia annerita che scendeva come una spirale impazzita dal cielo stellato, unita ad un lezzo nauseante di carne arrostita…
Tutt'intorno rombava il silenzio, mentre la cima dell'abete si pavoneggiava dentro il suo berretto rosso...

mercoledì 9 dicembre 2009

Raccontino numero tre.

Scendo il camino, prima questo e poi quello del vicino. Lo scendo e pretendo che non ci sia nessuno. La sorpresa, altrimenti, andrebbe a farsi benedire. Stringe il condotto, s’impiglia il cappotto e la barba scurisce, diventa a strisce. Che orrida previsione che sembro in prigione! Ma è mezzanotte, non posso tardare, non posso cincischiare e rovinarmi la festa in questa notte speciale. Il fuoco l’han spento, e meno male, c’è sempre il rischio di doversi scottare o peggio bruciare. Però i bambini che mi stanno a guardare, beh, questo di certo non me lo potevo aspettare. Mi saltano addosso, mi mordono l’osso, mi sento mancare per via del latte e biscotti che devo ingurgitare. Ma no piccole pesti, cos’avete capito! Andate via, tu mollami il dito. Non sono quel tale che arriva a Natale, né peggio né meglio, basta gridare! E mamma e papà, no, non lasciateli entrare! E dire che avevo già l’acquolina in bocca, avevo bell’e pronta la filastrocca: evviva il Natale, evviva me che scendo e tra poco sarò come un re. Invece mi tocca un’altra bicocca, che la chiamano cella, che non è proprio bella come la slitta e soprattutto e purtroppo non vola da sola.

renzo brollo

Raccontino numero due.

'Dalla Gazzetta Ufficiale delle Feste Comandate:
Quest'estate Babbo Natale, Santa Lucia, la Befana, S. Nicola e tutti gli altri Portatori di Doni (Strennofori, in gergo tecnico), si sono riuniti nella prestigiosa sede di rappresentanza della Befana, per discutere di una spinosa questione: in quest'epoca di globalizzazione, non c'è ancora una figura unica di riferimento per i Richiedenti Dono del territorio nazionale (leggi i bambini buoni). Allo stato attuale,infatti, le famiglie possono decidere autonomamente a chi rivolgersi per i doni (scomodando addirittura Gesù Bambino) con grave detrimento per l'attività dei Portatori la cui categoria, tra l'altro, non ha ancora uno statuto e una regolamentazione scritta.
Vivaci e non senza qualche intemperanza, sono state le proteste della Befana che ha dichiarato: "Quel vecchio rimbambito di Babbo Natale, pur essendo l'ultimo arrivato qui da noi, mi ha portato via moltissimo lavoro, ed io non ho più nemmeno i soldi per un paio di scarpe nuove!"
S. Lucia, la più svantaggiata considerati i suoi gravi problemi alla vista, ha rincarato la dose, affermando che Babbo Natale, che gode dell'appoggio delle multinazionali che lo pubblicizzano e lo sostengono, pratica una concorrenza sleale.
Purtroppo, dopo ore di dibattimenti, non si è arrivati ad una risoluzione definitiva.
Per quest'anno, intanto, i doni giungeranno con l'Alta Velocità, ove possibile, e con le linee regionali e locali della ferrovia. I folletti di B.N. poi, provvederanno allo smistamento.
Le letterine andranno indirizzate all'Associazione Nazionale Strennofori, v. dei Sette Balocchi n.00 Roma, specificando il nome del Strennoforo di riferimento usuale della famiglia.
Questo finchè non si faccia avanti una figura di riferimento unica, riconosciuta anche all'estero.
Per i Richiedenti Dono comunque, la sostanza non cambierà: a fronte di una letterina debitamente compilata, la notte di Natale, o la mattina seguente (anche questa è una pratica da unificare)apriranno i loro doni. Non è automatico che le loro richieste siano esaudite, ma per reclami e richieste di rimborso l'associazone, come sempre, non risponde e invita i bambini a rivolgersi alle proprie famiglie.
I lavori dell'associazione intanto continuano, e speriamo che si arrivi presto, con buona pace di tutti, ad una soluzione equa e giusta'
Gilberto Folletto del Gazzettino del Babbo

n.p.

martedì 8 dicembre 2009

Nel prossimo raccontino ho voluto mischiare il sacro con il profano...
Ai lettori l'ardua sentenza.

Incapaci alla guida

La slitta scendeva veloce fra raffiche di vento e rombi di tuono.
La capote abbassata garantiva un carico asciutto, ma i tergicristalli non riuscivano a star dietro all’acqua che si abbatteva a secchiate.
Vide il segnale all’ultimo momento, e le renne, anch’esse imbacuccate con berretti, sciarpe e paraocchi, non poterono evitare lo scontro: il grosso volatile scese in picchiata a recuperare il prezioso fagotto, ma invano.
Del bimbo nessuna traccia.
Tornò indietro per reclamare un aiuto che credeva certo, ma il grasso anziano vestito di rosso gli rovesciò addosso una tonnellata di scuse insensate: “Sono in ritardo…”
“Termine improrogabile…”
“Bambini in attesa…”, uniti a “…Stanchezza, stress, vecchiaia… impossibilità di risarcimento e straordinario”.
La cicogna aveva la testa piena di parole ma l’animo in subbuglio. Dove poteva essere finito quel bambino? Stava bene?
Riprese il volo e improvvisamente si ritrovò a seguire una luce soffusa. La pioggia continuava a cadere impietosa, e il freddo si insinuava fra le sue piume fitte.
Ben presto, sebbene con la vista annebbiata dall’acqua, scorse una piana, e un brusio di voci e canti.
La luce cominciò a farsi più intensa, finché illuminò la scena. Dentro una cascina desolata i lamenti di una donna erano diventati un pianto accorato e silenzioso, mentre reggeva fra le braccia un bimbo appena nato -il suo fagotto!
Rassicurata, tirò un sospiro di sollievo:"Allora la Provvidenza esiste! E' finito esattamente dove lo stavano aspettando!"
Ma la rabbia, quella non era passata. La cicogna riprese il volo e rapidamente raggiunse il goffo mezzo che cercava di atterrare su un tetto con grandi difficoltà. Come la capote si alzò e il vecchio in rosso mise la testa fuori, gli raggiunse l’occhio destro con il lungo becco.
“Voglio vedere chi te la darà l’anno prossimo la patente, brutto guercio rosso!”
E con piglio baldanzoso riprese la strada di casa.

lunedì 7 dicembre 2009

Primo, prezioso contributo. Raccontino numero Uno

Babbo Natale non capiva e scuotendo il capo borbottava: "Sarà che sono diventato vecchio... ma qualcosa non mi quadra".
Le lettere che gli arrivavano, poche per la verità, trasudavano malinconia, e nel vuoto di parole di chi non gli scriveva più percepiva una richiesta muta di aiuto, come se quella cassetta della posta ormai quasi sempre vuota, gli volesse comunicare qualcosa. Gli avevano passato la palla: ora sarebbe toccato a lui tentare di fare goal decidendo quali regali portare ai bambini per renderli di nuovo felici. Babbo Natale si disse: "Se il mondo è cambiato, devo adeguarmi..." e, dopo aver acquistato un computer rosso fuoco, si sedette e cominciò a digitare sulla tastiera, mentre sul monitor prendevano vita auguri simpatici, calorosi, affettuosi e dolci, amabili e sentiti, e fiorivano, come margherite in un prato a primavera, storie, storielle, poesie, aforismi,filastrocche, alle quali i diversi font fornivano una confezione più o meno raffinata.
Scrisse per giorni e notti, poi caricò i suoi messaggi sulla groppa di renne di plastica che portavano sulla schiena la freccia invio (efficienti, obbedienti, comodisssime anche se purtroppo non biodegradabili) e le sguinzagliò lungo le autostrade del nulla della blogsfera, lastricate di bip bip. E, nella notte di Natale la solitudune dei bambini si animò di favole, una marea di favole: tutte firmate Babbo Natale, tutte rigorosamente in inchiostro rosso, tutte da scambiare come figurine da collezionare...
Quando alle orecchie di Babbo Natale giunse di nuovo il vocio dei bambini che parlavano, litigavano e sognavano, il vecchio, decendo fra se e sè soddisfatto, "Ho centrato il bersaglio!", si addormentò stanco davanti al camino.
7 dicembre 2009
lalla fali

domenica 6 dicembre 2009

Le regole del gioco

Ripropongo un esperimento già attuato altrove, ma sempre online, da una compagine di autori e aspiranti scrittori. Qualche giorno fa ho inaugurato la serie dei raccontini natalizi e mi piacerebbe che i frequentatori del mio blog volessero lasciare un contributo, per quanto minimo.

Le regole del gioco

La Squadra F era frizzante, colma di un entusiasmo oltre misura:aveva ottenuto la commissione di un importante incarico, di quelli a parecchie cifre. Certo, la gara d’appalto era stata dura, e alla fine due soli concorrenti avevano continuato a battersi strnuamente, arrivando in fondo quasi appaiati. Poi era stato lo stile a fare la differenza. Il rappresentante della Squadra F aveva stracciato l'altro, superandolo di una lunghezza.
La deadline per le consegne era per il 24 dicembre, non oltre le 16, praticamente a ridosso della Vigilia.
Le regole: racconti di Babbo Natale, di Natale, delle Feste, anche bistrattando la sacralità di figure tradizionali e conosciute purchè si desse luogo a favolette e racconti non banali nè scontati, in modo di dare del povero vecchio babbo e della tradizione natalizia una lettura nuova, sghemba, forse anche poco magica e fascinosa, ma in tema con il clima di recessione che si respirava un po’ dappertutto.
Nessun premio finale, se non il divertimento di chi scriveva e di chi leggeva e commentava.
La produzione prese il via con ritmo lento e con pochi operatori, che mano a mano acquistarono consapevolezza ed efficienza, per non dire brio e originalità.
Tempo un paio di settimane e le lettere schizzavano fuori dalle tastiere, malamente contenute dai post.
Curiosi e amatori arrivarono da ogni dove, chiedendo ed ottenendo uno stage limitato o un tirocinio d’autore, previo rispetto delle poche ma chiare regole stabilite ad inizio lavori.
Il risultato fu strabiliante: i protagonisti furono tutti e tutto quanto fosse stato possibile inserire in racconti brevi, talvolta brevissimi che stuzzicarono l’interesse e lo humour di migliaia di occhi.
Per il povero babbo non ci fu tregua, e alla fine fra ammazzatine e incidenti se ne contò almeno un centinaio, che fecero di lui, per molti secoli a venire, il vero One Man Show del periodo natalizio.

I giochi sono aperti, gli esempi dati. Buon divertimento!

giovedì 3 dicembre 2009

anni difficili

Il regalo era un po' pericoloso: quei petardi, per quanto piccini, per un bimbo di soli cinque anni potevano costituire una minaccia prima di portare divertimento. Eppoi, c'era quella nota dei genitori, "Mi raccomando Babbo Natale, che la spesa sia più che contenuta. Di questi tempi c'è poco da scialacquare!" Insomma, il vecchio era perplesso, ma sbuffando pensieroso si caricò comunque il grosso sacco per bene sulla schiena curva e caracollando lo trasportò sulla slitta: i folletti quella sera erano di recupero!
Sudato e già stanco prima di iniziare l'enorme e ininterrotta fatica, si trascinò finalmente in cima al predellino e prese le redini."Dai belle, che è già ora!", le esortò.
Quelle, al suono conosciuto della sua voce parvero animarsi, forse un pochetto troppo eccitate. "NO! Non così in fretta, che il carico cozza da tutte le parti!"
E mentre così diceva, un pensiero tragico gli attraversò veloce la mente
"Sta a vedere che..."
L'ampia corsia della Via Lattea fu d'improvviso interrotta, e una voragine si spalancò inghiottendo Babbo, le renne e il carico. Mentre precipitava, con la triste certezza di non avere né appigli né speranza, il vecchio fece un ultimo, debole commento: "Made in China, petardi made in China! ma proprio su quelli dovevo andare a fare la cresta!"
E con un rimorso che ormai non lo avrebbe più redento, vide la slitta sparire nella notte spaziale, mentre focherelli tremuli intorno facevano puf...puf..puf

sabato 28 novembre 2009

Novità: IL GRANDE TULIPANO di Gaetano Gerbino (in Italiano e in Arbëresh)

Tato vive serenamente la sua vita di piccolo topo di bosco, sostenuto dall’affetto tenero e attento di mamma e papà.
Una notte un violento temporale strappa tutta la sua famiglia alla tranquilla intimità della loro comoda tana.
Ben presto il piccolo si ritrova solo in balia dell’acqua e del freddo, costretto a sfuggire alle insidie degli animali del bosco, affamati e privi di scrupoli.
Trascinato dalla foga dell’acquazzone che ha trasformato la terra del bosco in un ruscello, Tato sta per essere inghiottito da un mulinello di fango e perde coscienza…


Gaetano Gerbino, nato a Palermo nel 1964, medico, ha al suo attivo una lunga esperienza di autore e traduttore in arbëresh (albanese d’Italia). Attualmente vive e lavora a Cesena.
È autore di un testo teatrale (È tutto suo padre - Ë gjithë i jati), di tre favole (Il grande Tulipano - Tulipani i madh; Yze - Yze; Giada e Teodoro - Xhada e Theodhori), di un racconto (Terzo match point - I treti meç point) e di un romanzo per ragazzi (A destra e a sinistra del Hon - Tek e shtrëmbra e tek e drejta e Honit).

Gaetano Gerbino
IL GRANDE TULIPANO
Illustrazioni di Elisabetta Gallina
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-186-0]
Pagg. 80 - € 7,00

venerdì 27 novembre 2009

Luce a Natale

Scendevano le renne di buona lena, e rapidamente stavano guadagnando terreno. Tuttavia pareva strano che la seconda nel treno di destra fosse tanto goffa: sotto i sonagli con cui Mamma Natale le aveva puntigliosamente addobbate, un addome panciuto sembrava sporgere sproporzionatamente.
All'elfo Mariolino, quello addetto al treno di sinistra, cadde l'occhio proprio lì, mentre udiva il fievole lamento che anticipava le doglie.
"Non si può fare! Non così, in mezzo allo spazio, nel freddo gelido del tempo infinito....e senza l'elfo veterinario!"
Goccioloni di sudore gli percorsero la schiena quando si rese conto che non ce l'avrebbero mai fatta ad atterrare.
L'elfo Arturo, addetto al treno di destra, si occupò di mantenere l'assetto mentre Mariolino issava la povera bestia sulla slitta.
I sacchi furono spostati per fare spazio alla nuova venuta, che era uscita in un attimo, gli occhioni a cercare conforto in tutto quell'affannarsi frenetico.
"Che facciamo adesso?"
Di rimettere la neo madre al suo posto, neanche parlarne: era troppo stanca, e poi pareva fuori luogo dividere quella coppia che si era appena riconosciuta!
La renna lappava la sua piccina con una dedizione che conquistava, mentre quella succhiava avidamente il primo nutrimento fra le stelle.
Se non era possibile procedere, pareva anche fuori discussione ritornare verso casa: ormai era troppo tardi.
La slitta procedette ballonzolando, incerta e scomposta ma decisa a compiere il giro completo.
Quell'anno il Natale sembrò esageratamente strano: nessuno ricordò di aver visto il carro, né omini barbuti e incappucciati scendere dai camini.
I doni atterrarono un po' in disordine, al limitare dei giardini, talvolta confusi con quelli dei vicini, al suono di mille allegri campanelli.
A mezzanotte si videro una moltitudine di doni vorticanti discendere verso terra, come migliaia di coriandoli colorati dotati di volontà propria.
Nessun sacco, invece, e parve strano.
La piccola Luce dormì per tutto il viaggio, teneramente riscaldata dalla sua mamma e distesa su una coperta soffice fatta di sacchi di tela rossa.

giovedì 26 novembre 2009

A proposito di Feste

Inauguro un angolo 'natalizio', postando alcuni racconti in tema scritti ormai un anno fa e limati di recente.
Si tratta di poche righe alla volta, spesso umoristiche, alle volte dissacranti, ma perfettamente inseribili in quest'atmosfera delle Feste che fatica a decollare.



A proposito di Peter Pan

Il discolo vestito di verde continuava a svolazzare intorno alla slitta di Babbo Natale.
la curiosità era mista a un leggero dispiacere: Natale era la festa della Famiglia, e nella sua isola sperduta non arrivava mai.
Aveva inseguito quel buffo trabiccolo per ore, zigzagando fra nuvole e cirri e nascondendosi ogni qualvolta il vecchio vestito di rosso girava la testa nella sua direzione.
Le renne, all'inizio divertite da quella gioiosa confusione, cominciarono presto ad averne abbastanza. Il gelo della notte, buia davvero, e la stanchezza accumulata dalle lunghe ore di viaggio e dalle frequenti pause le avevano stremate.
L'anziano Natale sembrava non voler ascoltare nè notare le profonde occhiaie fra i ciuffi di pelo, ma il sudore freddo che correva sui manti scuri era un chiaro indizio della poca energia rimasta a disposizione.
Trilly aveva raggiunto Peter nel gioco perverso: dispettosi ed eccitati, continuavano a girare intorno al treno di renne come api impazzite e pericolose.
Con gli ultimi guizzi di coscienza rimasti a sua disposizione Rudolph si sforzò di tenere la rotta, ma all'ultimo mancò una curva facendo sbandare improvvisamente la grossa slitta.
"Oibò!", tuonò Natale "Ti sei impazzito? Se non stai più attento ci casca fuori tutto!"
Rudolph era arrivato al limite della sopportazione: possibile che il vecchio non si rendesse conto della situazione?
Le parole non servirono, nè ci fu bisogno di mugugni d'intesa. Le sei renne si lanciarono all'attacco con tutta la loro potenza, scalciando, mordendo, bramendo un lamento sottile e penetrante che attraversò la notte della Vigilia.
"Insomma", continuò il vecchio" si può sapere cosa vi sta succedendo? C'era del pepe nella vostra biada? Tenete l'assetto e comportatevi bene, che il viaggio è appena agli inizi! Oh, oh, oh"
E con le redini ben salde riprese il comando del mezzo, dirigendolo verso Sud.
Sotto di loro, un tenue focherello perdeva di intensità mano a mano che la velocità di discesa aumentava. Tutt'intorno stracci verde smeraldo, mentre un curioso berretto a punta descriveva una rapida spirale...

mercoledì 25 novembre 2009

I libri della collana "Fiabetica"

Racconti dal Sottobosco è il libro che apre la collana Fiabetica, di cui sono curatrice per la casa editrice Tabula Fati. E' una breve raccolta di fiabe che ho illustrato in collaborazione con mia figlia Carolina, il cui nome campeggia orgogliosamente in copertina appena sotto al mio.
Le storie sono ambientate nella pedemontana friulana - grazie a Occhi... per aver commentato la prima apparizione del libro - lungo un percorso naturalistico denominato Ippovia del Cormor.
Sono storie alle quali sono intimamente legata, che hanno fatto ridere più di un bimbo - anche i miei naturalmente - perché pregne di sano humor, ma soprattutto nuove, diverse dalle solite storie di animali e insetti. E' indicato per bambini e bambine dai 9 anni, o prima se letto da un adulto.
Non sono mai stata una buona venditrice di me stessa, ma in questo prodotto credo veramente, quanto credo nei testi che compongono la collana che il mio libro inaugura, tutti scritti da autori emergenti.
Si tratta di Il grande Tulipano, di Gaetano Gerbino (prime letture), Agata di Nicoletta Parigini (dagli 11 anni), e L'esercito di Gaia di Giulia Baroni ( fantasy - dai 12 anni).
Di seguito un breve commento per ognuno.

IL GRANDE TULIPANO
Con grande tatto e grazia Gaeatano Gerbino introduce con la sua breve favola un tema spinoso e poco trattato nelle fiabe, quello della separazione definitiva da chi si ama. L'esperienza cruenta del topolino Tato ci porta in uno splendido prato di tulipani colorati, dove una vita diversa procede parallela alla sua e comprende come il suo compito principale sia accettare con serena felicità quello che c'è ancora in serbo per lui. Il linguaggio è semplice e delicato e perciò adatto anche alle prime letture.

AGATA
Nicoletta Parigini è un'autrice che mi ha colpita per la sua precisione. E' un narratore fine e attento, che si destreggia con capacità anche nel marasma delle diverse passioni e tristezze che albergano l'animo dei suoi personaggi. E' una storia molto ben declinata, che presenta caratteri così credibili da farti credere di averli incontrati. Sebbene sia dedicato soprattutto alle ragazze a partire dagli 11 anni, a me, che ho qualche anno in più, è piaciuto moltissimo.
Tutto da leggere!

L'ESERCITO DI GAIA
Giulia Baroni è una giovane autrice emergente con una propensione spiccata per il racconto fantasy. Ha ottime capacità evocative ed un'immaginazione fervida che non hanno davvero nulla da invidiare agli autori dello stesso genere che vantano opere nelle top ten. E questo non solo perchè è una mia protetta. Sebbene un po' tutti i testi fantasy si somiglino, L'esercito di Gaia è una storia bella e 'nuova', forse frutto di moltissime letture del genere ma certamente di una buona dose di personalissimo talento. Si tratta di un primo episodio di una saga entusiasmante, che vede un esercito di giovani guerrieri combattere per quello in cui credono, dove la forza più grande è quella dell'amicizia solidale e attenta, la fiducia di compiere dei passi nella direzione del bene comune. E' anche un libro 'buono', perchè Giulia è un'amante degli animali ed è a loro che vorrà devolvere gli introiti derivanti dalla vendita. Leggetelo!

sabato 26 settembre 2009

Novità: RACCONTI DAL SOTTOBOSCO di Silva Ganzitti

Silva Ganzitti
RACCONTI DAL SOTTOBOSCO
Illustrazioni frutto della collaborazione fra Silva Ganzitti e Carolina Savonitto (8 anni)


Una passeggiata lungo un percorso naturalistico del Friuli collinare, denominato Ippovia del Cormôr, segue il corso del torrente su strade rurali che collegano da secoli borghi contadini, e diventa l’espediente per raccontare favole ambientate in un contesto spontaneo e incontaminato, che hanno come protagonisti insetti e animali locali.
Il filo conduttore fra i tre racconti viene mantenuto da un testimone involontario che raccoglie con autentico stupore le storie straordinarie di improbabili personaggi che incontra lungo il cammino.
Le sparizioni bizzarre dal Sottobosco, al centro dell’intricata vicenda di Lucciola Lucilla e Sofia Coccinella, svelano la macchinosa perfidia di alcuni insetti a danno di altri, componendo amicizie e amori, risolvendo in positivo frustrazioni e incidenti, rivelando così la grande familiarità fra quel microcosmo e il nostro mondo.
Bordano e le sue farfalle sono il tema del secondo racconto, dove la fantasia sfrenata di una ragazzina ricompone le sorti di un’evoluzione impossibile che vorrebbe incrociare formiche e farfalle.
Le rane rosse degli stagni pedemontani raccontano la terza e ultima storia, quella di un cigno sperduto, accolto con calore da uno sciame di farfalle generose in attesa di potersi ricongiungere con la sua famiglia.
Chi narra si riavvia verso casa. L’intera avventura non è durata che un pomeriggio, ma caratteri ed eventi non scemano in fretta, e portano con sé il desiderio di trovare nel casuale narratore la voce per quello strano intreccio di verità ed immaginazione che dà origine alle fiabe.


Consigli di lettura
Il lessico ricercato e talvolta non semplice lo rende adatto ad una lettura fatta da adulti a bambini, oppure autonoma per ragazzi dai 9 anni.




Silva Ganzitti
RACCONTI DAL SOTTOBOSCO
Copertina di Elena Bertoni
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-183-9]
Pagg. 112 - € 9,00

http://www.edizionitabulafati.it/raccontidalsottobosco.htm