mercoledì 21 dicembre 2011

Racconti dal sottobosco: Recensione di Renzo Brollo (Mangialibri.com)



Tre storie narrate, il cui filo conduttore è una passeggiata seguendo il percorso dell’Ippovia del Cormôr: un sentiero tra le colline friulane della pedemontana costituito da dolci declivi morenici, ricchi di verde coltivato e bosco selvatico mischiati assieme. È qui che il narratore, attardatosi rispetto alla comitiva che l’accompagna, si ferma attirato da un curioso brusio del quale in prima battuta non capisce la provenienza. Fattosi più attento, scopre una piccola cricca di insetti riuniti assieme e intenti a raccontarsi una storia, o meglio, una bizzarra vicenda accaduta ad uno dei suoi componenti. Ci si rammenta infatti di quando a Sofia Coccinella, durante la notte, furono rubate le sette macchie dorsali, lasciandola sconvolta con una liscia corazza rossa. Naturalmente il furto venne subito denunciato a Linda Formica, in forze alla Caserma di Sottobosco e le indagini partirono. Ma il mistero non era affatto così semplice da risolvere, tanto più che altre sparizioni si susseguirono e quando anche Lucciola Lucilla venne rapita si temette per il peggio. Il narratore dunque assiste e ascolta discreto l’inizio e la fine della storia, proseguendo poi il suo cammino in solitaria verso Nord, dove altri insetti stanno raccontando una nuova avventura. Tema principale è l’amore “impossibile” tra una farfalla e una formica. Qui i desideri si trasformano in realtà, trascendendo le leggi della Natura, superando le sue regole ferree. Ma il sentiero conduce ancora avanti e il testimone involontario di questi racconti svelati, tutt’altro che stanco, prosegue ancora, fino ad incrociare il cammino di un gruppo di piccole rane rosse, ciarlone e pettegole, impegnate a raccontarsi l’avventura del cigno Swan, smarritosi durante un volo interrotto dai colpi crudeli di cacciatori, e incapace di ritrovare la sua famiglia e il suo stormo. Ma gli abitanti del bosco hanno molte risorse. Sono intraprendenti, cordiali e soprattutto solidali..
Quello che in prima battuta balza agli occhi leggendo Racconti dal sottobosco è l’estrema umanizzazione degli animali che popolano i boschi collinari del Friuli centro-settentrionale. Un’umanizzazione che permette loro di interagire ad esempio con una rete Insectnet, utilizzando modelli e linguaggi propri della sola razza umana. I meccanismi sociali rispecchiano, anche se in chiave animalesca, la convivenza nei nostri agglomerati urbani. Un fenomeno che, se in principio spiazza, diventano poi abitudine nel proseguo della lettura, normalizzano poi il senso e il contenuto delle storie. La seconda particolarità riguarda l’incrocio impossibile tra specie diverse e che in Natura sarebbero probabilmente avversarie, l’una predatrice e l’altra preda. In questi racconti, invece, gli insetti convivono e si uniscono soprattutto condividendo un carattere simile, gusti e modi di pensare compatibili, e di conseguenza anche in questo caso “umanizzandosi” oltre ogni possibile logica. I temi dell’amore semplice ma sincero, della solidarietà comune a sprezzo del pericolo, capace di vincere contro avversari impossibili da sconfiggere almeno sulla carta, sono i principali argomenti trattati, segno che l’autrice forse puntava soprattutto al messaggio finale destinato ai piccoli, piuttosto che a sorprendere il lettore con il punto di vista inedito dei suoi protagonisti.

Renzo Brollo

http://www.mangialibri.com/node/9666

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